Grande Bidello - CD [2004]

Discografia Ufficiale - - Sir Oliver Skardy
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Grande Bidello - SIR OLIVER SKARDY - alma music/Venus - CD [2004]

E’ suonata l’ora della campanella, la scuola è finita. Potete riversarvi sulle strade e confrontarvi con le contraddizioni del vivere quotidiano. Ma attenti, l’occhio del “Grande Bidello” vi osserva.

Nell’ironica copertina, ideata e disegnata dallo stesso Sir Oliver Skardy, oltre che alla televisione spazzatura, il più famoso musicista-bidello d’Italia si ispira anche all’utopia negativa Orwelliana.
Nel suo nuovo disco Grande Bidello infatti non ne risparmia a nessuno: ai politici, agli imprenditori del nordest, alle donne in divisa ...

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Testo : Radio Maranza (feat. CARLO and GIORGIO)
Testo : Bideo
Testo : Super Skank
Testo : Bluff (feat. ANGELA MILANESE)
Testo : Nord est
Testo : Ah mi no so miga
Testo : Break deca
Testo : Sex symbol
Testo : Lap dance
Testo : Tettakiller
Testo : Break tandui
Testo : El xe U (Break on through)
Testo : Do mie
Testo : Break tanka
Testo : Ketchup
Testo : Stella
Testo : Competition generation

Grande Bidello - SIR OLIVER SKARDY - alma music/Venus - CD [2004]

E’ suonata l’ora della campanella, la scuola è finita. Potete riversarvi sulle strade e confrontarvi con le contraddizioni del vivere quotidiano. Ma attenti, l’occhio del “Grande Bidello” vi osserva.

Nell’ironica copertina, ideata e disegnata dallo stesso Sir Oliver Skardy, oltre che alla televisione spazzatura, il più famoso musicista-bidello d’Italia si ispira anche all’utopia negativa Orwelliana.
Nel suo nuovo disco Grande Bidello infatti non ne risparmia a nessuno: ai politici, agli imprenditori del nordest, alle donne in divisa. Un album che parla di giustizia sociale, guerra e libertà con l’ironia e la franchezza che hanno da sempre contraddistinto le rime del profeta del reggae veneziano.

Un CD in cui coesistono diverse anime musicali e che pur partendo dal reggae spazia in atmosfere ballabili, nel ragga, nell’elettronica, nel rock.

Il disco è stato prodotto artisticamente dallo stesso Sir Oliver Skardy che si è occupato, oltre che della voce, anche delle chitarre, che arricchiscono il disco, come detto, di distorsioni e sonorità graffianti. E’ il ritorno ad un vecchio grande amore di Skardy, costretto a mettere da parte lo strumento man mano che cresceva il suo ruolo di front man nei Pitura Freska.
Assieme a Skardy si sono occupati della produzione anche Leonardo Di Angilla (al musicista veneziano, produttore tra gli altri dei Voo doo phunk, e in tour con Tiziano Ferro, Jovanotti e Marco Paolini, sono stata affidate programmazione e percussioni) e Gianluca Ballarin (già collaboratore dei Pitura Freska e autore e produttore delle musiche del fenomeno televisivo di Italia 1 I Munchies, ora collaboratore fisso di Elisa) che ha seguito programmazione e tastiere.
“Grande bidello” è stato registrato tra gli studi veneziani Montuno Bay ed Exit Studio. La masterizzazione è stata affidata a Giovanni Boscariol (recenti collaborazioni con Fiorella Mannoia, Elisa e Claudio Baglioni).

La prima fatica “solista” del leader dei disciolti Pitura Freska esce nei negozi per l’etichetta alma music, grazie a Venus Distribuzione, al prezzo consigliato al pubblico di 10 euro, per dimostrare che la vera lotta alla pirateria non si fa con complicati e spesso inutili sistemi di protezione informatica, ma vendendo i dischi ad un costo abbordabile a tutte le tasche.

Il disco si apre con una gag dei popolarissimi comici veneziani Carlo & Giorgio, che interpretano due loro personaggi, Galimberto e Master Blaster Cesarino, un dee-jay radiofonico e un produttore dance davvero fuori dal normale. Alla fine Sir Oliver Skardy non riuscirà a far sentire il proprio pezzo a Radio Maranza e nemmeno a far capire ai due che la storia dei Pitura Freska è finita e che questa è proprio un’altra storia. Tanto per far capire che Sir Oliver Skardy non le risparmia nemmeno a se stesso.
Si tratta del primo degli ironici frammenti “extramusicali” inseriti qua e la tra le varie tracce.

Il primo brano in scaletta, e non poteva essere altrimenti, è Bideo, canzone in cui Skardy ci mostra, per così dire, il “backstage” dell’istituzione scolastica, un microcosmo di umanità con regole ferree e piccole meschinità sulla base di un elettronico ed incalzante ragga. Il brano si chiude con un intenso assolo di chitarra dello stesso Sir Oliver Skardy, una strizzatina d’occhio ad atmosfere rockeggianti, una delle principali novità del sound dell’album.

A seguire Super skank, brano selezionato per il Festival di Sanremo e poi rifiutato, pare, per l’assonanza del titolo con un particolare tipo di droga leggera, super skunk. O più probabilmente perché in questo pezzo Skardy si scaglia contro una società e una classe politica davvero allo sbando. Un peccato perché, una volta ascoltato, il ritornello non lo dimentichi più.

Con Bluff, pezzo introdotto da un melodico arpeggio di chitarra acustica, in cui Skardy duetta con Angela Milanese (apprezzata corista di artisti come Paolo Belli, Spagna, Baccini, Rettore), si passa ad atmosfere decisamente più sognanti. Ma non illudetevi, il romanticismo melodico che traspare dalla voce femminile si trasforma subito in una disincantata visione del rapporto di coppia, in cui purtroppo sincerità, affetto e complicità sono ormai semplici chimere.

Sir Oliver Skardy diventa impietoso quando parla della sua terra, il Nord est, ormai una sorta di far west dove i più forti si fanno strada a forza di soprusi ed imbrogli e i sindaci fanno gli “sceriffi”. Un popolo del nordest a cui l’improvvisa e repentina agiatezza ha montato la testa. Il tutto condito da un ipnotico e accattivante reggae.

“Tagite i cavei che i te sgama i spinei” (tagliati i capelli, altrimenti ti scoprono gli spinelli), è con questo monito che si apre Ah mi no so miga, un ipnotico reggae in cui trova spazio anche il sitar.
Dopo Marghera, un vero e proprio manifesto antiproibizionista in cui Skardy sottolinea che il giro di vite su questa e altre “innocue” forme di svago servono solo a nascondere le malefatte di chi sta al potere.
Nel brano compaiono anche i fiati, affidati alla brass section del gruppo Teo & The Bombs , presenti anche in Nord est.

Per Sex symbol, impietoso ritratto di un uomo tutto apparenza e niente sostanza, un uomo che sotto la sua scorza di sex symbol ha poco di cui vantarsi, i ritmi danzerecci della strofa si stemperano in un bridge a tutto reggae.

Suoni distorti e ritmi rockeggianti per Lap dance in cui marce e divise lasciano spazio ai roventi locali per soli adulti. Se la vita a due è più complicata che mai e la lotta tra i sessi è ormai “armata”, ironizza Skardy, meglio il sesso senza inibizioni, anche se a pagamento.

Il sesso debole ormai debole non lo è più, visto che anche le donne possono affrontare la carriera militare e Skardy ci scherza sopra nel suo Tettakiller una canzoncina degna del miglior marine, in cui l’altra metà del cielo scende in campo con il coltello fra i denti.

Arriva quindi il momento di una cover e, trattandosi di Skardy, anche se si tratta di un classico del rock, la versione proposta è davvero personale. Così Break on throughdei mitici Doors si veste di venezianità e diventa El xe U.

In Do mie (Duemila) il suono si fa più dolce e melodico, ma il pezzo è abbinato ad uno dei testi più caustici dell’album, in cui il nuovo millennio più che l’alba di un nuovo mondo ricorda i peggiori momenti della storia dell’umanità. Un nuovo medioevo dove vince il più forte, senza rimorsi.

Con la sua pepata Ketchup Skardy se la prende stavolta col materialismo della società capitalista, asservita solo al “Dio denaro” e con una tecnologia e un progresso che ci fanno perdere di vista qualsiasi integrità morale.

E’ intrisa di romanticismo la dolce Stella in cui Sir Oliver Skardy si abbandona finalmente all’amore senza pudori. All’incedere della batteria fanno da contraltare le voci melodiose di Sara Montanari corista gospel di Ravenna e Farida elemento simbolo, con le sue performance, dei Tantra.

Con un nyabingy: Competition generation si chiude Grande Bidello, un brano in cui Skardy gioca sulla mancanza di valori e soprattutto con il linguaggio delle nuove generazioni, fatto in gran parte di termini di matrice anglosassone, di cui spesso non si conosce il significato preciso e del criptico linguaggio introdotto dall’uso degli SMS sul telefonino, in cui la necessità di essere sintetici rende i messaggi incomprensibili ai più.

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